Antica querelle tra Arte ed Artigiano

Dall’antica querelle tra Arte ed Artigiano. Togliendo spazio a chi ancora ricorda di saper fare qualcosa. Sottraendo a cucchiaiate le inutili speculazioni che imprigionano il pensiero, a mani libere, ci è ancora possibile imprimere una forma. E rifinirla per addomesticarne le ombre.

Qual’é l’Impero che edificò a più largo spettro? Quello romano. Quanti furono gli scalpellini che si prestarono ai capricci ornamentali di ogni Imperatore? E quanti fecero la medesima cosa al soldo dei Papi? E dei Signori? L’indomani del Terremoto del 1693 decine di cantieri furono aperti a Noto. Ed il ritmo degli scalpellini inseguiva il tempo. Lo dettava affermandolo in ogni colpo ancora da noi visibile. Lavoro duro questo. Di tante ore e di molta precisione atletica.

Sebastiano Adernò

foto: Banco da lavoro di Giuseppe Di Carlo, Loggia del Mercato di Noto (SR)

Dovrei, ma non lo faccio mai.

Sono mesi che rimando. Dovrei, ma non lo faccio mai. Tempo fa mi ero riproposto di andare nei Cimiteri di Augusta, Priolo e Melilli. Andare a vedere quelle tombe bianche. Quelle di cui Don Palmiro Prisutto parla durante l’omelia della Messa per la Vita di ogni 28 del mese. Ma come si fa ad entrare in un Cimitero a cercare i bambini?

Fiumara: un fiume di fatto.

E’ innegabilmente vero che l’unico fare di cui possiamo disporre nella nostra esperienza è ciò che abbiamo realmente fatto. Non le parole. O i racconti tristi di ciò che avremmo voluto, ma non abbiamo osato, potuto. Di questi discorsi sono piene le mattine di ogni bar. E le file dei richiedenti risarcimento per una vita spesa poco o spesa troppo, comunque spesa male. Arrivare all’Hotel Atelier sul Mare un venerdì pomeriggio d’inverno e trovare due ragazzi che sistemano le formelle di creta realizzate dagli alunni delle scuole del territorio circostante. Come si chiama il luogo dove ti puoi spogliare da ogni stupido pregiudizio? Casa.